(Approvato dall’Assemblea dei Soci il 14 dicembre 1998)
Il logo del Club 77 presenta la scia tricolore delle nove Frecce Tricolori ( Alenia / Aermacchi MB-339A ) senza solista, mentre sotto la dicitura del Club 77 vi è il Cant Z.506 che veniva costruito dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
CRDA CANT Z. 506
Voli a grande distanza, primati mondiali, servizi commerciali di tutto rispetto ed una lunga carriera operativa in guerra hanno caratterizzato la vita di questo idrovolante uscito nel 1935 dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico su progetto dell’ing. Zappata. Il CANT Z. 506, come molti altri aerei impiegati poi in guerra, nacque per il trasporto civile e dette prova delle notevoli caratteristiche con una serie di voli record. Nel 1936, ai comandi del collaudatore Mario Stoppani, il primo prototipo conquistò otto primati mondiali di velocità per idrovolanti su 1000 e 2000 Km e fino a 2000 Kg. di carico, e due di altezza, con 2000 e 5000 Kg. di carico. Gli stessi primati vennero migliorati l’anno sucessivo. A lunga percorrenza i CANT rivelarono buone doti di efficienza ed affidabilità, al Salone del 30 giugno 1937 in linea con la compagnia vi erano cinque esemplari mentre al Salone dell’Aeronautica di Milano venne esposta la nuova versione da bombardamento ( Z. 506B ), caratterizzata da una fusoliera ridisegnata con baia inferiore portabombe e osservatore, torretta dorsale, cabina sopraelevata più ampia, motori Alfa Romeo 126RC.34. I posti di pilotaggio da affiancati erano diventati in tandem secondo un particolare stile di Zappata dovuto anche alle sue fusoliere di sezione molto stretta. Il ‘506B si dimostrò subito un velivolo riuscitissimo: sostituiti gli Alfa 126 con i 127, conquistò nel novembre 1937 tre primati di notevole valore tecnico: la quota di 7410 m con 5000 Kg e la quota di 10000 m con 1000 Kg di carico. Poi in dicembre, dotato di speciali serbatoi, compì il volo Cadice – Caravellas ( Brasile ) di 7013 Km alla media di 265 Km/h. Il volo di rientro in Italia si concluse con una tragedia in pieno Atlantico, dalla quale si salvò soltanto Stoppani.
I CANT Z. 506B cominciarono a giungere ai reparti nell’estate 1938 al 31 Stormo schierato in Sardegna ed al 35 Stormo da Bombardamento Marittimo schierato a Brindisi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale esistevano già in linea 97 velivoli di questo tipo ripartiti tra i due Stormi, sucessivamente alla produzione venne interessata anche la Piaggio e complessivamente dal 1937 al 1943 furono costruiti 324 CANT Z. 506B.
Entrambi gli Stormi presero parte a numerosi fatti d’armi: nella battagia di Punta Stilo, in missione contro gli obiettivi costieri del territorio ellenico, contro Atene e sul canale di Corinto. Fu decisivo l’intervento dei CANT Z. 506 nella riconquista di alcune isole fra cui Corfù, Cefalonia e Zante.
Sciolti i reparti da Bombardamento Marittimo, l’Airone ( così era stato battezzato il ‘506 ) continuò ad operare esclusivamente con le squadriglie da ricognizione e fu protagonista di missioni di ricerca e di protezione ai convogli, con qualche tentativo anche di missioni antisommergibile. Purtroppo, per la sua non elevata velocità, fu spesso vittima della caccia avversaria; in particolare notevoli furono le perdite durante gli scontri in Mediterraneo. Nel frattempo il ‘506 venne utilizzato per il soccorso: dalla versione B venne creata la versione S ( sanitaria ) messa a punto dalla Piaggio. Dopo la guerra gli “Airone” furono usati fino al 1960 dall’84° Gruppo SAR: era stato tolto l’armamento e la stiva bombe conteneva battellini paracadutabili.
Tratto dal libro Aeroplani d’Italia, Mondadori Editore.
Alenia / Aermacchi MB-339A-PAN
L’Aeronautica Militare chiese nel settembre 1972 alla Macchi lo studio per il seccessore dell’MB-326: scartata come ipotesi la soluzione più impegnativa di un velivolo completamente nuovo, si optò per un sostanziale aggiornamento della macchina già esistente.
In sostanza l’MB-339 conservava tutti i pregi di fondo dell’MB-326 e adottava le migliorie introdotte sulle sue versioni più avanzate (ala rinforzata, motore più spinto) mentre presentava una nuova sezione di prua con posti di pilotaggio molto scalati. Ne derivò una linea di grande eleganza, con vantaggi aerodinamici e migliore visibilità per il secondo pilota. Il primo MB-339 volò il 12 agosto 1976 e l’AM ne ordinò 100 esemplari, mentre nel 1982 anche la Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori venne equipaggiata con questo velivolo.
Sucessivamente il ‘339 è stato adottato anche dalle forze aeree di altri otto Paesi. Nel 1980 l’Aermacchi presentò la versione monoposto d’attacco MB-339K Veltro 2, sviluppata secondo le filosofie già seguite con l’MB-326. Questo modello consente di ampliare le capacità operative della macchina, con la sua dotazione fissa di due cannoni da 30 mm in fusoliera, l’ampia possibilità di carichi subalari e la capacità di operare da campi decentrati con il minimo requisito di assistenza a terra. Questo modello non ha incontrato però successo di vendite. Le più recenti versioni ( C / CD / FD ) sono caratterizzate da un’avionica sofisticata per l’addestramento al volo sui caccia di ultima generazione, nonché dalla possibilità di poter impiegare armamenti guidati di precisione.
Tratto dal libro Aeroplani d’Italia, Mondadori Editore.